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Diventare un growth hacker

Non basta saper fare “un po’ di tutto” per riuscire in questa impresa per essere definito un growth hacker

Nel 2003 Marketing Week pubblica un articolo di ANGUS BANNERMAN intitolato: Vuoi pianificare campagne di Marketing? Meglio assicurarti che la tue I siano incrociate. Cosa significa? E soprattutto cosa succede ad una I che viene spuntata? E molto semplice: diventa una T. L’articolo andava avanti dicendo che le agenzie media si stanno facendo carico di sempre più responsabilità nella filiera della comunicazione. Non solo nell’esecuzione delle campagne pagate dai pubblicitari, ma anche nella pianificazione strategica e nella gestione del budget. E questo ha perfettamente senso! Ma siamo sicuri che le agenzie media abbiano risorse con le skill adatte per far bene questo lavoro? Il profilo del candidato ideale è un professionista a forma di T. La T è composta da due elementi: un elemento verticale e un elemento orizzontale. L’elemento verticale rappresenta la profondità delle conoscenze, e perciò la capacità di contribuire in maniera Creativa e strategica al lavoro. L’elemento orizzontale rappresenta l’ampiezza delle conoscenze, ovvero una visione panoramica su tutte le competenze del settore e la capacità di lavorare con team multidisciplinari.

Un professionista con un bagaglio di conoscenze a forma di I è uno specialista. Esperto del suo verticale, ma individualista e competitivo.

Quando un’azienda è ricca di talenti a forma di I, e li mette a collaborare per la risoluzione di un problema comune, questi solitamente hanno molte difficoltà. Il confronto diventa facilmente una gara a chi ha il punto di vista migliore, e il risultato finale non è sinergico, ma al massimo una media calcolata per difetto.

Viceversa un professionista che possiede uno skill set a forma di “-“ (ovvero solo l’elemento orizzontale della T) è un generalista. Un factotum che conosce i vari contesti, ma difficilmente è in grado di approfondire ed essere utile nel caso specifico. I generalisti possono essere dei bravi facilitatori per il resto del team, ma non hanno esperienza sul campo, perciò se cerchi informazioni fai prima a chiedere a Google piuttosto che a loro.

Il professionista a forma di T possiede entrambi i punti di forza e nessuna debolezza. La profondità di conoscenze lo rende un talento in un campo specifico. L’ampiezza delle conoscenze lo rende curioso e capace di fare gioco di squadra.

Questa valorizzazione di professionisti T-shaped è stata fortemente supportata prima da IBM e poi da TIM BROWN, il Ceo di Ideo (Ideo è la società leader mondiale per il design thinking).

Insomma, come scrisse molti anni fa lo scrittore di fantascienza ROBERT ANSON HEINLEIN, «la specializzazione va bene per gli insetti non certo per i growth hacker! I professionisti della crescita devono essere capaci di operare in contesti diversi che richiedono skill differenti.
Come risulta evidente dalla figura, ci sono aree nelle quali è necessaria una conoscenza poco approfondita, ma nelle quali si deve essere comunque pertinenti (conversion rate optimization, Psicologia comportamentale, programmazione, ecc.) mentre ci sono altre aree nelle quali si deve essere molto più verticali (SEO, content marketing, A/B testing ed email marketing).

Un growth hacker deve conoscere l’informatica, deve padroneggiare i motori di ricerca, deve capirne di vendite, deve studiare le API dei propri prodotti e quelle dei potenziali partner, deve conoscere le basi della comunicazione persuasiva, della psicologia e così via.