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Errori Seo

Gli errori più comuni di un’azione SEO

Elaborata una sorta di classifica degli errori Seo più frequenti e delle azioni più comuni adottate per azioni Seo on-site.

Abbiamo voluto riassumere gli errori più comuni di un’azione SEO che professionisti poco attenti, o con scarse risorse, compiono mettendo a rischio una campagna di Search Engine Optimization.

1) Ospitare tutte le lingue disponibili in un dominio ccTLD
Se possiedi un dominio con estensione .it, ma vi pubblichi contenuti in lingua inglese, dovresti cominciare a preoccuparti: questa configurazione non è congeniale per Google e per gli altri motori di ricerca. Per esempio, www.auditseo.it/fr/ per la Francia e www.auditseo.it/es/ per la Spagna difficilmente funzioneranno bene per il targeting, mentre www.auditseo.com/fr/ e www.auditseo.com/es/ dovrebbero funzionare perfettamente, utilizzando nel modo corretto l’attributo hreflang.”

2) Errori nel codice di lingua-regione
Assicurati di utilizzare il codice ISO 639-1 per la lingua e il codice ISO 3166-1 Alpha 2 per i Paesi.
Gli errori più comuni in questo caso sono:
•utilizzare sigle non standard (“eng” anziché “en”);
•invertire l’ordine lingua-regione (“gb-en” anziché “en-gb”);
•utilizzare solo la regione (-gb);
•utilizzare più istanze di URL alternativi contenenti la stessa combinazione lingua-regione.”

Vi siete mai domandati perchè alcuni siti hanno un traffico organico molto elevato ed altri meno? O perché alcuni di questi risultino così facilmente individuabili su Google?

3) URL non assoluti
Gli URL specificati nell’attributo hreflang dovrebbero essere sempre specificati in modo assoluto:
URL assoluto
<link rel=”alternate” href=”https://www.example.com/en/article.html” hreflang=”en-gb”>
URL relativo
<link rel=”alternate” href=”/en/article.html” hreflang=”en-gb”>
È possibile utilizzare gli URL relativi solo nel caso in cui sia presente anche il tag <base>, nella sezione <head> della pagina HTML.
Per esempio: <base href=”https://www.example.com/”>”

4) Dichiarazioni multiple
Utilizza soltanto una delle modalità di implementazione disponibili: markup HTML, intestazione HTTP o sitemap XML. Qualora scegliessi di utilizzare il markup HTML, assicurati che i tag vengano inseriti nella sezione <head> della pagina, possibilmente subito dopo il tag title.

A livello di ottimizzazione, pensa come se fossi Google. Cerca di farti trovare, non tralasciare nulla e non essere mai approssimativo.

5) Debug degli errori
Oltre al rapporto Targeting Internazionale , oggi disponibile purtroppo solo nella vecchia versione di GSC, è possibile impiegare strumenti di terze parti per verificare se sono presenti degli errori:
• generazione di tag hreflang di Aleyda Solis : consente di generare o modificare i tag hreflang;
• test dei tag hreflang di Merkle SEO : consente di convalidare i tag hreflang in una singola pagina pubblicata;
• HREFLang : consente di convalidare i tag hreflang in una singola pagina pubblicata;
• verifica e validazione dell’implementazione di SISTRIX;
• i report di Screaming Frog .

6) Errori sui tag di ritorno
Assicurati che i tag di ritorno siano presenti e funzionanti (la pagina A deve fare riferimento a B, e viceversa) e che, di nuovo, la versione dell’URL indicata nell’attributo sia quella canonica. Fai attenzione affinché le pagine di ritorno, indicate come alternative, non stiano erogando una direttiva “noindex”, altrimenti il crawler non sarà in grado di seguire correttamente il link corrispondente. Per lo stesso motivo assicurati che tutte le pagine alternative stiano erogando un codice di stato HTTP 200 e che non siano bloccate dalle direttive del file robots.txt .

Se ti stai affacciando a questo mondo e vuoi evitare di commettere gli errori più comuni di un’azione SEO , si consiglia di intraprendere un’azione immediata di correzione o ancora meglio di affidarsi ad un consulente SEO esperto che possa guidarti in maniera consapevole durante il tuo percorso.