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Pagine indicizzate Google

Trovare pagine indicizzate da Google

Come trovare le pagine indicizzate da Google e fare in modo che il mio sito compaia?

Non è un segreto che la maggior parte di chi si occupa di SEO è focalizzato esclusivamente su Google, dato che il traffico organico fornito da questo motore di ricerca è nettamente superiore a quello dei concorrenti. Se il sito non compare in alcuna SERP (Search Engine Results Page), evidentemente il traffico organico sarà pari a zero, nonostante il sito sia perfettamente visibile e funzionante. Sapere quante pagine sono indicizzate rispetto a quelle potenzialmente indicizzabili, ti permette di individuare con più facilità le pagine dai contenuti di bassa qualità, le pagine orfane e quelle con eventuali problemi tecnici. Per individuare le pagine indicizzate da Google non esiste un’unica soluzione, ma puoi percorrere diverse strade che restituiscono risultati più o meno precisi.

Utilizzando Screaming Frog oppure Visual SEO Studio, è facile individuare il numero di pagine indicizzabili. Per farlo devi filtrare le pagine HTML che restituiscono lo status code HTTP 200, che sono anche indicizzabili e canoniche. Così facendo, avrai il numero esatto di pagine indicizzabili presenti nel sito web.

Per una stima rapida ma imprecisa del numero di pagine indicizzate su Google, puoi usare il solito comando site: L’operatore di ricerca “site: www.example.com ” restituisce un numero approssimativo di pagine indicizzate.

Come trovare le pagine indicizzate da Google e fare in modo che il mio sito compaia nella Ricerca?. C’è un sistema pratico e veloce per verificare se Google conosce il sito e se l’indicizzazione delle pagine del sito avviene in modo corretto, ovvero l’uso del comando *site: *. Basta andare sulla pagina di Google e digitare nella barra di ricerca site: seguito dall’indirizzo del sito web: questo comando specifica che la ricerca è limitata solo alle pagine indicizzate di quel sito specifico. Quindi, se il proprio sito web compare con varie pagine, significa che Google sa che questo sito esiste e che ha già indicizzato alcune pagine.

Il metodo migliore per trovare il numero di pagine indicizzate è usare il report Copertura (Coverage), che puoi trovare in GSC. Grazie alla nuova interfaccia, è possibile calcolare il numero di pagine indicizzate: è la somma delle “pagine valide” e di quelle “valide con avvisi”. Questi dati non sono aggiornati in tempo reale, possono avere dai 3 ai 7 giorni di ritardo, quindi considerali indicativi.

Utilizzando ancora GSC, prendi nota del numero di URL rilevati nella sitemap XML. Nella sezione Sitemap puoi inviare i file xml e verificarne la correttezza e la copertura nell’indice di Google.

In questo esempio, tutte le sitemap XML inviate forniscono un totale di 349 URL. Grazie alle semplici operazioni appena eseguite, hai recuperato alcuni valori importanti che utilizzeremo tra poco. In particolare, hai individuato:
• il numero di pagine scansionate in media ogni giorno da Googlebot;
• il numero di pagine indicizzabili;
• il numero di pagine indicizzate;
• il numero di URL inviati dalla sitemap XML.

In definitiva, tali programmi, garantiscono l’inserimento nel database del motore di ricerca (indicizzazione), ma non garantiscono la classificazione specifica nei risultati della ricerca (ovvero il buon posizionamento del sito sul motore di ricerca). Per questo motivo l’indicizzazione è solo la prima fase del processo di posizionamento. A seguire, per ottenere buone posizioni nelle classifiche dei motori, è necessario effettuare attività di ottimizzazione per i motori di ricerca (Search Engine Optimization o SEO).

Ma cosa succede quando un nuovo sito tarda ad essere indicizzato? Quali sono le cause che impediscono una corretta indicizzazione? Una mancata indicizzazione, in primo luogo, sta a significare che in qualche modo gli spider di Google non sono riusciti ad “entrare” in un determinato sito. Gli ostacoli incontrati dagli spider possono essere molteplici, come ad esempio i file Sitemap e Robots.txt corrotti. I meno comuni e più difficili da individuare sono i seguenti:
– alcune URL in linguaggio JavaScript (anche se negli ultimi anni Google ha nettamente migliorato l’implementazione di tale linguaggio nei suoi browser);
– contenuti in Flash;
– altri tipi di file, fra cui quelli scritti in Ajax, Silverlight ed iframe.

Un ultimo consiglio riguardo la lentezza di indicizzazione, infine, è quello di controllare periodicamente se quest’ultima avviene correttamente. Per farlo basta inserire in una sola pagina dei link che portano ad altre pagine interne del sito (appena create e quindi non ancora indicizzate).