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Impresa 2.0

Impresa 2.0, l’evoluzione del web

Le evoluzioni più recenti del mercato dell’informazione e della comunicazione generano conseguenze importanti sia sui consumatori che sulle imprese

Tim O’Reilly, l’inventore della definizione di impresa 2.0, sintetizza l’evoIuzione dal web 1.0 al web 2.0 in tre passaggi fondamentali:
– dalla comunicazione di massa generata dai media mainstream ai wiki, basati sui contenuti collaborativi generati dagli utenti;
– dalla classificazione dei contenuti attraverso la tassonomia all’utilizzo della folksonomia;
– dalla gestione dei contenuti affidata esclusivamente ad aziende e professionisti alla possibilità di pubblicare, condividere e gestire i contenuti da parte dei singoli individui.

Le evoluzioni più recenti del mercato dell’informazione e della comunicazione stanno portando all’innovazione dei modelli di business e di consumo; questo genera conseguenze importanti sia sui consumatori che sulle imprese.
“L’eccezionale forza di questi modelli di business risiede nell’ingenerare, come risultato, una forte domanda di connessione”: maggiori sono i contenuti generati e condivisi dagli utenti, più grande sarà l’attrazione che essi genereranno su un pubblico sempre più vasto. Basti pensare per esempio che i visitatori del progetto Wikipedia hanno largamente superato quelli di Encarta, che per anni è stato il sito web 1.0 leader nel settore dell’educazione.
Per questi motivi l’impresa 2.0 rappresenta un nuovo ecosistema di business capace di far nascere nuove imprese oltre che di attirare in esso Ie aziende già esistenti, le quali possono decidere di investire risorse per trasformarsi in enterprise 2.0.

La definizione di impresa 2.0 si deve ad Andrew McAfee, il quale afferma che le imprese orientate al web 2.0 sono quelle che utilizzano le piattaforme di social software sia all’interno dell’azienda che nelle relazioni con le altre aziende e nei rapporti con i propri partner e clienti.

La caratteristica saliente di questa architettura gestita dal basso risiede nel fatto che le performance aziendali incrementano mano a mano che aumenta la partecipazione degli utenti. Più contributi e più persone significano più relazioni e una maggiore capacità di far arrivare a ogni individuo esattamente l’informazione che gli serve nel momento giusto.

L’utilizzo di questi strumenti presuppone ovviamente un radicale cambiamento nella cultura aziendale e necessita un processo di socializzazione dei collaboratori all’uso proficuo di questi nuovi tool, in linea con gli obiettivi aziendali. Un approccio cosi innovativo può offrire vantaggi ma anche nascondere insidie. Per quanto riguarda i vantaggi, questi possono essere molteplici:
– si favorisce la condivisione delle conoscenze;
– si accelerano le comunicazioni tra i membri del team di lavoro;
– si rafforza la collaborazione reciproca;
– si creano nuovi flussi di comunicazione partecipativa.

Un social network aziendale può anche essere aperto verso l’esterno per consentirne l’accesso ai collaboratori più diretti.

Il rischio nell’uso di questi strumenti risiede nella possibilità che l’azienda possa perdere il controllo dell’informazione e, in particolari situazioni critiche, anche della gestione di dati sensibili. Per questo motivo si consiglia di adottare gradualmente queste nuove tecnologie senza rinunciare comunque al controllo formale esercitato dai tradizionali sistemi informativi presenti in azienda. È così possibile dare vita a un’architettura complessiva che connetta e faccia crescere insieme i sistemi informativi tradizionali con i processi di business e le funzionalità collaborative tipiche del web 2.0. Si tratta di un approccio al quale stanno già lavorando, tra l’altro, aziende del calibro di SAP, IBM e Microsoft.

Per questi motivi sviluppare un approccio di tipo impresa 2.0 è fondamentale per creare una nuova mentalità aziendale e una capacità organizzativa che consenta all’azienda di pianificare e implementare le strategie di marketing e comunicazione sul mercato dei social media.